Fare lo youtuber e pagare le tasse: scopri cosa dice la legge sui guadagni dei content creator!

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Gli youtuber sono famosi per guadagnare cifre impressionanti attraverso la loro attività online. Tuttavia, una domanda che spesso viene posta è se questi influencer sono esenti dal pagare le tasse. In realtà, la legge italiana tratta gli youtuber e gli influencer in generale come qualsiasi altro professionista e impone loro di essere in regola con il fisco.

La professione di influencer è cresciuta enormemente negli ultimi anni, tanto che sembra che il mercato sia ormai saturo. Queste figure professionali utilizzano principalmente i social network come Instagram, TikTok, Onlyfans, Twitch, Facebook e YouTube per lavorare e monetizzare i propri contenuti. I guadagni che riescono a ottenere sono notevoli e molti di loro hanno dichiarato di avere un fatturato eccezionale legato esclusivamente alla creazione di contenuti online.

Tra tutte le piattaforme, YouTube è una delle più popolari per gli youtuber e molti di loro hanno creato una vera e propria carriera su questo sito. YouTube permette di monetizzare i propri contenuti attraverso la pubblicità AdSense e gli youtuber possono guadagnare fino a 5 dollari ogni 1000 visualizzazioni. Grazie a questo sistema, molti creator italiani sono diventati ricchi e famosi.

Un esempio di youtuber di successo sono i Me contro Te, noti per pubblicare contenuti rivolti ai bambini. Oltre ad essere presenti nel mondo del cinema, i loro guadagni su YouTube sono stimati tra i 60.000 e i 140.000 euro al mese. Tuttavia, non tutti gli youtuber riescono a raggiungere cifre così elevate, nonostante abbiano un grande seguito.

Oltre ai guadagni, un altro aspetto importante da considerare sono le tasse. Gli youtuber italiani sono obbligati a essere regolari con il fisco e devono aprire una partita IVA se i loro guadagni superano i 5.000 euro all’anno. A partire dal 2023, è obbligatorio che le piattaforme digitali comunichino i guadagni dei creator di contenuti.

Questa informazione è prevista dalla direttiva europea Dac7, che impone a tutti i siti web di comunicare i guadagni erogati ai creator e quelli dichiarati dai content creator. La prima comunicazione dei guadagni deve essere effettuata entro il 31 gennaio per i redditi dell’anno precedente. L’obiettivo della Commissione Europea è generare un gettito fiscale di 30 miliardi di euro in tutta l’UE considerando tutte le piattaforme social.

Per quanto riguarda l’apertura della partita IVA, non esiste un codice Ateco specifico per gli influencer e gli youtuber. Tuttavia, i codici più adatti per chi svolge queste attività sono il 73.11.02, che riguarda la conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari, e il 73.12.00, che riguarda le attività delle concessionarie pubblicitarie.

In conclusione, gli youtuber, come tutti i professionisti, sono tenuti a dichiarare i loro guadagni e ad adempiere alle norme fiscali. Anche se i guadagni possono essere bassi o se l’attività non è sporadica, è obbligatorio aprire una partita IVA. Per chi sta iniziando ora, il regime forfettario potrebbe essere il più adatto, in quanto permette una tassazione ridotta per chi guadagna fino a 85.000 euro all’anno.

Fare lo youtuber ci esenta dal pagare tasse? Cosa dice la legge sui guadagni dei content creator

Il testo riguarda gli Youtuber e se sono esenti dal pagare le tasse in Italia. La professione di influencer è molto diffusa e utilizzano principalmente i social network per lavorare. Instagram è la piattaforma più utilizzata, seguita da TikTok, Onlyfans, Twitch, Facebook e YouTube. I guadagni sono notevoli e molte star del web hanno un alto fatturato legato alla creazione di contenuti online. YouTube è una delle piattaforme più utilizzate dai creator per monetizzare i propri contenuti attraverso la pubblicità AdSense. I guadagni possono arrivare fino a 5 dollari ogni 1000 visualizzazioni. I Me contro Te, famosi Youtuber che pubblicano contenuti per bambini, guadagnano tra i 60.000 e i 140.000 euro al mese. La legge italiana tratta gli Youtuber come altre figure professionali e impone loro di essere regolari con il fisco. Devono aprire una partita IVA se guadagnano più di 5000 euro all’anno e a partire dal 2023 le piattaforme devono comunicare i guadagni. Una direttiva europea, la Dac7, obbliga i siti a comunicare i guadagni erogati ai content creator. Questo può generare un gettito fiscale di 30 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea. Non esiste un codice Ateco specifico per gli Youtuber, ma i numeri 73.11.02 e 73.12.00 sono adatti per queste attività. Gli Youtuber devono dichiarare i loro guadagni e se l’attività non è sporadica devono aprire una partita IVA. Il regime fiscale più adatto per chi inizia è quello forfettario.