Evita lo sfratto e risparmia: scopri la scappatoia legale per gestire i canoni dovuti

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Esistono delle possibilità per l’inquilino di evitare in extremis lo sfratto? Ecco cosa deve fare secondo la legge per non dover lasciare l’immobile.

Non è sicuramente piacevole ricevere un atto di intimazione allo sfratto da parte di un avvocato. Ciò significa che il proprietario dell’abitazione ha deciso di agire legalmente affinché l’inquilino lasci l’immobile al più presto, poiché non ha pagato le mensilità entro i termini previsti o non ha adempiuto agli obblighi accessori come le spese di manutenzione ordinaria e le spese condominiali.

Da parte dell’inquilino, in situazioni come queste, esiste la possibilità di riuscire, anche all’ultimo momento, ad evitare lo sfratto e non dover abbandonare la casa? In sostanza, qual è il modo per far cambiare idea al proprietario di casa? Beh, semplicemente pagando.

Per evitare la convalida dello sfratto, l’inquilino ha la possibilità, anche se fuori dai termini, di pagare le mensilità e le spese mancanti. Ciò può avvenire prima o durante l’udienza o, in alternativa, può tentare di chiedere il cosiddetto “termine di grazia”. I momenti precisi per il pagamento sono compresi tra la data di notificazione dell’intimazione e quella dell’udienza di comparizione in tribunale. Oppure durante l’udienza stessa, oppure entro un termine di grazia che deve essere concesso dal giudice. In questi modi sarà possibile evitare lo sfratto.

La prima soluzione dipende da ciò che il proprietario intende fare. Se decide di non presentarsi all’udienza, il giudice dichiarerà l’estinzione della procedura, risolvendo così la questione. In caso contrario, il proprietario potrebbe riconoscere il pagamento avvenuto insistendo comunque per la chiusura del contratto e per l’uscita dell’inquilino dalla casa. In questo caso, il giudice non convaliderà lo sfratto, ma determinerà la risoluzione del contratto con una sentenza.

Se il proprietario insiste per la convalida dello sfratto a causa di un pagamento inesatto o incompleto, il giudice può convalidare lo sfratto se l’inquilino non compare in udienza. Oppure può pronunciare l’ordinanza di rilascio dell’immobile se l’inquilino si presenta.

È possibile effettuare il pagamento durante l’udienza solo se la controversia non riguarda un contratto di locazione ad uso abitativo e se l’inquilino non ha già beneficiato di questa possibilità in precedenza (massimo tre volte in un quadriennio). La procedura viene dichiarata estinta se l’inquilino paga integralmente le somme fissate dal giudice. Altrimenti, il giudice dispone la trasformazione del rito da speciale a ordinario locatizio e si procede all’accertamento della gravità dell’inadempimento.

Infine, la facoltà di ottenere un termine di grazia per risolvere la morosità è possibile solo se la controversia riguarda un contratto di locazione abitativa e se l’inquilino è in uno stato di difficoltà specificamente provato. Di solito, il termine concesso dal giudice per pagare le somme dovute non supera i 90 giorni.

Sfratto: come evitarlo e cosa fare con i canoni dovuti | La normativa aggiornata ti offre la scappatoia

L’articolo parla delle possibilità che ha un inquilino per evitare in extremis lo sfratto. Se un avvocato invia una lettera di intimazione allo sfratto, significa che il proprietario ha deciso di agire legalmente per far lasciare l’immobile all’inquilino, a causa di mancati pagamenti delle mensilità o delle spese accessorie come la manutenzione e le spese condominiali. L’inquilino ha la possibilità di evitare lo sfratto pagando le mensilità e le spese mancanti, prima o durante l’udienza di comparizione in tribunale. In alternativa, può chiedere un termine di grazia, che deve essere concesso dal giudice. Se il proprietario decide di non presentarsi all’udienza, la procedura viene estinta. Altrimenti, se l’inquilino paga ma il proprietario insiste per la chiusura del contratto, il giudice dichiara la risoluzione del contratto anziché convalidare lo sfratto. Se il pagamento è inesatto o incompleto, il giudice può convalidare lo sfratto se l’inquilino non si presenta in udienza o pronunciare l’ordinanza di rilascio dell’immobile se l’inquilino si presenta. È possibile pagare durante l’udienza se la controversia non riguarda un contratto di locazione ad uso abitativo e se l’inquilino non ha già ottenuto questo privilegio precedentemente. Infine, è possibile ottenere un termine di grazia per sanare la morosità solo se la controversia riguarda un contratto di locazione abitativa e l’inquilino si trova in difficoltà economiche provate.