Esplorando la magia delle viti italiane: viaggio nella fabbrica di Brugola, i segreti delle protagoniste del mondo auto

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Brugola è un nome familiare, specialmente per me che sono originario della Brianza e ci sono cresciuto, mai influenzato dal fascino della grande Milano. Infatti, OEB è una di quelle aziende che, nonostante abbia quasi 100 anni di storia alle spalle, non abbandona l’Italia, anzi. Rimane fedele a quella piccola parte della Brianza dove tutto ha avuto inizio, dividendosi tra Lissone e Desio.

UNA STORIA ITALIANA A CONDUZIONE FAMILIARE
Nata nel 1926 da Egidio Brugola, l’azienda ottiene il brevetto della vite cava esagonale con gamba a torciglione nel 1945, migliorando notevolmente la vite a testa esagonale inventata negli Stati Uniti da W.G. Allen. Brugola, diventato immediatamente sinonimo utilizzato anche da coloro che non hanno la minima idea di chi sia stato Egidio e di dove sia situata l’azienda italiana che rappresenta un vanto nel mondo, è riuscito a risolvere la problematica del progetto di Allen migliorandone la tenuta mediante l’utilizzo del gambo a torciglione. Nasce così la “vite a brugola”. Le caratteristiche di resistenza meccanica, unite a un controllo qualità estremamente rigoroso che controlla ogni singolo pezzo (scartando molti di essi), hanno fatto dei prodotti di Brugola un elemento fondamentale nel mercato automobilistico. Quasi tutti abbiamo una vite di Brugola sulla nostra auto [io no, ma…], o comunque abbiamo guidato un’auto che utilizza questi piccoli oggetti metallici, che sono responsabili non solo del funzionamento del veicolo, ma anche della nostra sicurezza. Ancora oggi, OEB rimane un’azienda dove la famiglia Brugola è al comando ed è attivamente coinvolta: dopo Egidio, è stata la volta di Giannantonio che ha portato l’azienda nel settore automobilistico. Dal 2015, è arrivata la terza generazione, quella di Jody Brugola, nome anagrafico Egidio Stefano, che ha inaugurato l’unico impianto fuori dall’Italia, negli Stati Uniti. Nel 2015, l’impianto è stato aperto negli USA grazie alle forti sinergie con Ford, senza tuttavia tarpare le ali ai 5 siti produttivi in Italia tra Lissone e Desio. Da questi siti, le viti viaggiano per essere poi distribuite in 11 centri logistici nel mondo, ovviamente destinate a utilizzi più elevati e critici rispetto alle viti che si possono acquistare in un semplice negozio di ferramenta. Brugola instaura rapporti diretti con i produttori e con gli OEM del settore automobilistico fin dalla fase di progettazione. Oggi, l’azienda impiega 500 dipendenti in Italia e negli USA e non ha intenzione né di lasciare il nostro Paese, né di arrestare il processo di innovazione, essendo già entrata nel mondo dei motori elettrici e ampliandosi anche nella produzione di componenti che non sono necessariamente viti, ma rimangono comunque fondamentali per la mobilità, sia termica che elettrica.

LA PRODUZIONE
Brugola produce oltre 1.000 tipi di viti a un ritmo di 9 milioni al giorno, creando pezzi basati sulle specifiche del cliente, progettati internamente per utilizzi specifici, come per esempio per le teste dei motori, o per funzioni ancora più critiche come i freni o le ruote. Sono poche le aziende nel mondo che posseggono conoscenze e capacità produttive paragonabili a quelle di Brugola: mediante la tecnica dello stampaggio a freddo, ogni “colpo” deforma il materiale creando la vite, ottenendo così un prodotto con caratteristiche meccaniche superiori e senza scarti di produzione. Il volume di materiale che entra nelle macchine corrisponde esattamente a quello necessario per creare il prodotto finito, poiché anche la filettatura viene creata per deformazione con l’utilizzo di “pettini” che evitano la necessità di asportazione. Tuttavia, non lasciatevi ingannare dal nome: lo stampaggio a freddo non significa che le linee di produzione siano attraversate da una gradevole brezza. Quando entro in fabbrica, si sente il calore, con i forni che fanno vibrare l’aria interrotti solo dai sistemi di climatizzazione industriali che danno un po’ di refrigerio, ma non riescono a ridurre a sufficienza la temperatura in una giornata in cui anche Madre Natura contribuisce con i suoi 31°. Tuttavia, mi dicono che in primavera e in autunno si sta molto meglio, e che l’energia prodotta durante l’inverno viene recuperata da un sistema per ridurre gli sprechi e diventare più sostenibili. Parlando con il personale, ho scoperto che la tecnica dello stampaggio a freddo “non è una scienza esatta”, ma è il risultato di decenni di sviluppo e ogni azienda ha creato nel tempo la sua “ricetta”, un know-how prezioso che deve essere protetto e tramandato, dato che rappresenta un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo da marchi come Ford, Renault, Mercedes, BMW, il gruppo Hyundai-Kia e, a partire dal 2024, anche il gruppo Stellantis e un altro produttore ancora non ufficialmente annunciato. L’acciaio utilizzato proviene dall’Italia e viene raccolto in grandi bobine. Il filo entra automaticamente nella macchina, che taglia esattamente la quantità necessaria per produrre il pezzo. Mediante un processo di decappaggio meccanico, alternativo all’utilizzo di acido, si evita la formazione di bolle di idrogeno all’interno della materia prima. Questo rischio potrebbe causare la rottura della vite dall’interno in molti casi disastrosi. Le componenti critiche in termini di sicurezza devono essere trattate solo da operatori esperti, indipendentemente dal fatto che un componente sia critico o meno per la sicurezza degli occupanti dell’auto. In ogni caso, tutti i prodotti sono analizzati dalle macchine, che effettuano scansioni ad alta velocità tramite fotocamere e algoritmi, determinando se il prodotto finito sarà di qualità sufficiente per essere confezionato o finirà tra gli scarti di produ

Viaggio nella fabbrica di Brugola (OEB), le viti italiane fondamentali per il mondo auto

Il testo riporta la storia dell’azienda Brugola, fondata nel 1926 da Egidio Brugola, e la sua continua presenza nel mercato italiano e internazionale. L’azienda ha ottenuto importanti brevetti nel settore delle viti, diventando un punto di riferimento nel mercato automotive. Attualmente, l’azienda è gestita dalla terza generazione della famiglia Brugola, che ha aperto un impianto negli Stati Uniti nel 2015. Brugola produce oltre 1.000 tipi di viti al giorno, utilizzando una tecnica di stampaggio a freddo che garantisce prodotti di alta qualità. L’azienda ha stretti rapporti con i produttori di auto e sta espandendosi nel settore dei motori elettrici. La formazione e la trasmissione delle conoscenze sono temi importanti per l’azienda, che si impegna a formare e garantire il collocamento dei giovani dipendenti. Nonostante il trend di disinteresse dei giovani per i lavori manuali, l’azienda resta ottimista sul futuro e si adatta ai cambiamenti del settore, inclusa la transizione verso i motori elettrici.