Escludi queste professioni se hai un tatuaggio: le carriere che non sono compatibili con l’arte sulla pelle!

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I tatuaggi sono una forma di espressione che viene ritenuta inaccettabile in alcuni mestieri: ci sono lavori in cui è impossibile averli.

Negli ultimi tempi, sono rimaste poche persone che non hanno tatuaggi. La maggior parte delle persone ha deciso di immortalare su di sé un momento particolare della propria vita o, semplicemente, si è fatta incidere un disegno perché piaceva loro. Ognuno ha le proprie motivazioni. Tuttavia, è importante ricordare che ci sono alcuni lavori in cui non è possibile avere tatuaggi.

Questo è uno dei motivi per cui molte persone hanno scelto di non farsi tatuare, perché temono di essere escluse da determinate professioni. Alcuni potrebbero pensare che si tratti di discriminazione, ma in realtà si possono comprendere i motivi per cui è stata adottata una politica apparentemente severa.

È giusto sostenere che un lavoratore dovrebbe essere assunto in base alle sue competenze, ma esistono motivazioni specifiche per cui in alcune professioni sono vietati i tatuaggi. Se avete dei tatuaggi, rischiate di essere esclusi dai concorsi.

Quali sono i lavori in cui non si possono avere tatuaggi? Chi vuole entrare nelle forze armate e ha dei tatuaggi rischia di essere escluso. È importante tenere in considerazione che un singolo tatuaggio, purché piccolo e poco visibile, non è di per sé motivo di esclusione in qualsiasi contesto lavorativo.

Ciò potrebbe accadere se il tatuaggio viene giudicato osceno: in quel caso è vietato averne uno. Uno dei primi requisiti per chi vuole far parte dei Carabinieri, della Polizia o dei militari è il decoro. Ma non si tratta solo di questioni di divisa, ci sono anche altre motivazioni.

Infatti, avere tatuaggi molto visibili potrebbe rendere l’agente riconoscibile, mettendo così a rischio la sua sicurezza. Inoltre, sono vietati tutti i tatuaggi con riferimenti discriminatori (sessuali, razzisti e religiosi). Anche un solo di questi tatuaggi porta automaticamente all’esclusione.

Per tutti gli altri lavori, l’assunzione di una persona tatuata è a discrezione del datore di lavoro. Non esistono infatti leggi italiane o europee che vietino i tatuaggi sul luogo di lavoro in modo assoluto. Perché in fondo, alla base di tutto, c’è ancora la libertà di espressione.

Se hai un tatuaggio non puoi fare questi lavori: le professioni con le quali sono incompatibili

I tatuaggi sono una forma di espressione che non è accettata in alcuni lavori: sono i lavori in cui non è possibile averli. In tempi moderni, sono rimaste poche persone senza tatuaggi. Quasi tutti hanno voluto immortalare un momento particolare della loro vita sulla loro pelle o semplicemente hanno voluto farsi incidere un disegno che gli piaceva. Ognuno ha le proprie motivazioni. Tuttavia, è importante ricordare che ci sono alcuni lavori in cui non si possono avere tatuaggi. Questo è uno dei motivi per cui molte persone hanno deciso di non tatuarsi, per paura di essere escluse da determinate professioni. Alcune persone potrebbero pensare che sia una discriminazione, ma ci sono motivi precisi per cui alcune professioni vietano i tatuaggi. Chi vuole entrare nelle forze armate e ha un tatuaggio rischia di essere escluso. Un solo tatuaggio, se piccolo e in un punto poco visibile del corpo, non è di per sé motivo di esclusione in qualsiasi contesto lavorativo. Sarà sicuramente motivo di esclusione se il tatuaggio viene giudicato osceno. Uno dei requisiti per far parte dei Carabinieri, della Polizia o dei militari è il decoro. Ma non si tratta solo della divisa, ci sono anche altre motivazioni. I tatuaggi visibili possono rendere l’agente riconoscibile, mettendo a rischio la sua sicurezza. Inoltre, sono vietati i tatuaggi con riferimenti discriminatori (sessuali, razzisti e religiosi). Anche uno solo di questi porta all’esclusione. Per tutti gli altri lavori, l’assunzione di una persona tatuata è a discrezione del datore di lavoro. Non ci sono leggi italiane o europee che vietano i tatuaggi sul luogo di lavoro. Ciò che conta è la libertà di espressione.