Gli astronomi hanno bisogno di più telescopi spaziali come Hubble e Webb per due ragioni principali: il campo visivo e la lunghezza d’onda. Alcuni telescopi sono utilizzati per osservare vaste aree del cielo in modo meno dettagliato, consentendo di identificare oggetti importanti per la ricerca o di osservare l’universo su larga scala. Altri, come il telescopio spaziale Hubble, invece, osservano piccole aree del cielo con un elevato livello di dettaglio, utili per lo studio di fenomeni particolari.
Oltre al campo visivo, un’altra caratteristica importante dei telescopi spaziali è la lunghezza d’onda in cui operano. Hubble lavora principalmente nella lunghezza d’onda della luce visibile, mentre il James Webb Space Telescope opera principalmente nell’infrarosso. Ciò significa che, osservando lo stesso oggetto, i due telescopi possono rivelare aspetti completamente diversi.
Sebbene il Webb venga spesso definito il sostituto di Hubble, in realtà è più corretto considerarlo un successore. Gli obiettivi scientifici del Webb sono stati motivati proprio dai risultati ottenuti da Hubble. Infatti, la tecnologia di Hubble ha spinto gli astronomi a cercare di studiare l’universo in lunghezze d’onda diverse da quelle a cui Hubble era limitato. Ad esempio, gli oggetti più distanti sono spostati verso il rosso e la loro luce si estende nell’ultravioletto. Pertanto, per osservare corpi celesti così lontani, come le prime galassie ad aver avuto origine nell’Universo, è necessario utilizzare un telescopio in grado di rilevare l’infrarosso.
Oltre alle differenze nella lunghezza d’onda, Hubble e Webb operano a diverse distanze dalla Terra. Hubble si trova in un’orbita molto vicina al nostro pianeta, mentre Webb è posizionato a 1,5 milioni di chilometri di distanza. Questa differenza di posizione consente a Webb di osservare il cielo senza le interferenze dell’atmosfera terrestre, fornendo immagini più nitide ed esaustive.
Le osservazioni all’infrarosso sono di particolare importanza per l’astronomia perché consentono di penetrare attraverso le nubi di polvere che oscurano le stelle e i pianeti appena formati. La luce infrarossa emessa da queste situazioni può attraversare gli strati di polvere e rivelare ciò che si cela al loro interno.
Per comprendere meglio le differenze e i vantaggi delle osservazioni all’infrarosso e in luce visibile, è possibile analizzare alcune immagini di esempio. Ad esempio, l’immagine della nebulosa Monkey Head viene catturata sia in luce visibile che in infrarosso. Nell’immagine in luce visibile, la nube di polvere stellare limita la visibilità delle galassie circostanti, mentre nell’immagine infrarossa è possibile vedere molte più galassie.
Un altro esempio illustra le diverse potenzialità offerte dai due telescopi spaziali. L’immagine dei Pilastri della Creazione, catturata da Hubble nel 1995 e successivamente migliorata nel 2014, mostra la formazione di nuove stelle. Tuttavia, nell’immagine catturata da Webb, è possibile rilevare i dettagli nascosti dalla polvere e vedere molte più stelle ancora in formazione. Questo dimostra come le diverse lunghezze d’onda possano rivelare aspetti diversi di uno stesso oggetto celeste.
Infine, confrontando le immagini della galassia NCG 3256 riprese da Webb e Hubble, possiamo notare come la visione a infrarossi evidenzi le regioni di formazione stellare grazie alla luce emessa dalla polvere e dai gas. Al contrario, la visione in luce visibile di Hubble mostra i dettagli della fusione di due galassie. Questi esempi dimostrano i diverse prospettive che i due telescopi spaziali offrono per lo studio e la comprensione dell’universo.
In conclusione, gli astronomi hanno bisogno di telescopi spaziali come Hubble e Webb perché offrono prospettive diverse grazie alle diverse lunghezze d’onda e posizioni orbitali. Utilizzando entrambi i telescopi, gli scienziati possono ottenere una visione più completa e approfondita dell’universo, rivelando aspetti che sarebbero nascosti ad occhi diversi.
Confronto tra due mostri dello spazio, le foto di Webb e Hubble faccia a faccia
Gli astronomi necessitano di più telescopi spaziali, come Hubble e Webb, per due principali motivi. In primo luogo, il campo visivo del telescopio, ovvero la porzione di cielo che può osservare, e in secondo luogo, la lunghezza d’onda con cui operano. Alcuni telescopi spaziali sono utilizzati per osservare ampie aree del cielo in modo meno dettagliato, mentre altri, come Hubble, permettono di osservare piccole aree con un alto livello di dettaglio. Inoltre, le lunghezze d’onda con cui lavorano sono diverse: Hubble opera principalmente nella luce visibile, mentre Webb opera nell’infrarosso. Questo significa che, osservando lo stesso oggetto, possono rivelare aspetti completamente diversi. Hubble si trova in un’orbita vicina alla Terra, mentre Webb è posizionato a 1,5 milioni di chilometri di distanza. Le osservazioni infrarosse sono importanti perché permettono di penetrare le nubi di polvere stellare e rivelare ciò che si nasconde al loro interno. I due telescopi offrono prospettive diverse e possono essere utilizzati per scopi diversi nello studio dell’universo. Inoltre, il Webb è un successore di Hubble, motivato dai risultati scientifici ottenuti da quest’ultimo. L’immagine di esempio della nebulosa Monkey Head dimostra come la vista infrarossa possa superare le nubi di polvere e rivelare più galassie. Anche i Pilastri della Creazione e la galassia NCG 3256 dimostrano le differenze tra la visione a luce visibile e infrarossa. In conclusione, sia Hubble che Webb sono strumenti fondamentali per lo studio dell’universo, offrendo prospettive diverse grazie alle diverse lunghezze d’onda con cui operano.