Crocesegno: La sorprendente verità sulla firma con la X: è ancora legale? Scopri la bizzarra normativa che pochi conoscono

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La sottoscrizione di documenti mediante l’apposizione di una croce al posto della firma è un’operazione che, secondo la legge, è valida solo in determinati casi. La firma rappresenta l’atto con cui si trascrive il proprio nome e cognome, conferendo così validità all’attività sottoscritta.

Tuttavia, non tutti sono in grado o possono firmare, come ad esempio coloro che sono analfabeti o che soffrono di particolari patologie. Per tali soggetti, viene utilizzato il segno grafico di una croce, nota come “crocesegno”, al posto del nome e cognome scritti a mano.

L’utilizzo di una semplice croce come firma comporta tuttavia una serie di rischi, soprattutto perché non consente l’identificazione del firmatario a causa della sua indeterminatezza. Di conseguenza, chiunque potrebbe sostituirsi al firmatario e apporre un crocesegno su un documento senza che questi ne sia a conoscenza.

Per evitare tali situazioni, la legge prevede alcuni casi specifici in cui è consentito firmare solo con una croce. Tuttavia, affinché il crocesegno sia valido, è necessario che il firmatario rispetti determinati requisiti e che venga rispettata una serie di regole.

La normativa italiana descrive dettagliatamente i casi in cui è consentito conferire validità al crocesegno. Ad esempio, è ammesso per la firma di una cambiale agraria oppure se il firmatario è non vedente (in quest’ultimo caso, la firma deve essere accompagnata da quella di altri due testimoni).

La legge, quindi, distingue il crocesegno dalla sottoscrizione autografa, imponendo la necessità che vengano rispettati determinati presupposti affinché l’atto risulti valido. In particolare, l’operazione di apposizione della croce deve sempre essere compiuta in presenza di un pubblico ufficiale e di testimoni.

Ad esempio, nel caso di un crocesegno apposto davanti a un notaio, la firma risulta valida perché il notaio certifica, sotto la propria responsabilità, l’identità precisa del firmatario.

Nel caso di una persona analfabeta che intenda fare testamento, donare o concludere una compravendita, sarà necessario recarsi dal notaio e apporre la croce in presenza di due testimoni.

La Corte di Cassazione, inoltre, ha precisato con specifiche ordinanze che è necessario apporre il crocesegno in presenza di un pubblico ufficiale anche per conferire un mandato difensivo a un avvocato.

Per concludere, il crocesegno è consentito solo nei casi espressamente previsti dalla legge o quando l’identità del firmatario è confermata da un pubblico ufficiale o da testimoni. In tutti gli altri casi, la firma deve essere autografa, riportando sempre il nome e il cognome dell’interessato o elementi che consentano di identificarli con sicurezza, come ad esempio un soprannome o uno pseudonimo.

Crocesegno: è ancora legale firmare con una X? Quasi nessuno conosce la strana normativa

Il testo spiega che alcune persone utilizzano una croce al posto della firma per sottoscrivere documenti, ma secondo la legge questa pratica è valida solo in determinati casi. La firma è l’atto con cui si trascrive il proprio nome e cognome per conferire validità all’attività. Tuttavia, non tutti sono capaci di firmare, ad esempio a causa di analfabetismo o patologie particolari. Queste persone utilizzano una croce al posto del nome e cognome scritti a mano, pratica chiamata “crocesegno”. Tuttavia, firmare con una croce comporta rischi perché non permette l’identificazione del firmatario. Infatti, non è possibile risalire all’identità del soggetto solo dal segno grafico, rendendo possibile che qualcun altro sostituisca il crocesegno senza che il firmatario ne sia a conoscenza. Per prevenire queste situazioni, la legge prevede delle situazioni specifiche in cui è consentito firmare solo con una croce. Ad esempio, è ammesso per la firma di una cambiale agraria o per persone non vedenti (accompagnato dalla firma di due testimoni). La legge quindi non equipara il crocesegno alla sottoscrizione, ma richiede una serie di requisiti affinché l’atto sia valido, tra cui l’apposizione della croce alla presenza di un pubblico ufficiale e dei testimoni. Ad esempio, se una persona analfabeta desidera fare un testamento o una donazione o concludere una compravendita, dovrà recarsi dal notaio e apporre la croce in presenza dei testimoni. La Corte di Cassazione ha precisato che anche per conferire un mandato difensivo a un avvocato è necessaria l’apposizione del crocesegno alla presenza di un pubblico ufficiale. In conclusione, il crocesegno è ammesso solo nei casi espressamente previsti dalla legge o quando l’identità del firmatario è confermata da un pubblico ufficiale o da testimoni. In tutti gli altri casi, la firma deve essere autografa, cioè con il nome e cognome dell’interessato o degli elementi che permettano di identificarli con sicurezza.