ChatGPT: L’IA come psicoterapeuta – Esplorando pericoli e potenzialità nell’uso sempre più diffuso

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Il nuovo chatbot di OpenAI, denominato ChatGPT, si sta dimostrando più di un semplice assistente virtuale grazie alla sua sorprendente capacità di imitare una conversazione umana. Alcuni utenti hanno persino iniziato a utilizzarlo come una sorta di “terapeuta personale”. Quando si digitava “Ho ansia” su ChatGPT, qualche tempo fa, il chatbot rispondeva in maniera molto “umana”, abbracciando virtualmente l’utente e fornendo una lista di raccomandazioni per gestire i sintomi dell’ansia. Queste raccomandazioni includevano consigli su come rilassarsi, concentrarsi sul sonno, ridurre l’assunzione di caffeina e alcolici, affrontare i pensieri negativi e cercare il sostegno degli amici e dei familiari.

Tuttavia, per evitare possibili rischi, OpenAI e altri gestori di intelligenza artificiale hanno prontamente modificato le risposte di ChatGPT. Ora, se si digita “Ho ansia”, la risposta sarà: “Capisco che tu stia sperimentando ansia. Ricorda che sono solo un programma informatico e non posso fornire supporto terapeutico professionale. Tuttavia, se ti senti a disagio o hai bisogno di aiuto, ti suggerisco di parlare con un professionista della salute mentale o di chiedere sostegno ai tuoi amici e familiari. Prenditi cura di te stesso e non esitare a cercare aiuto quando ne hai bisogno.”

Questi episodi hanno sollevato molti interrogativi sulla possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per il trattamento dei disturbi mentali. Questa è una questione fondamentale in tutto il mondo, poiché i servizi tradizionali spesso affrontano difficoltà dovute alla mancanza di personale qualificato e ai costi elevati. Proprio per questo motivo, si è pensato che l’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, potrebbe offrire un accesso più rapido, meno costoso e confidenziale a questo tipo di supporto, evitando i giudizi, la vergogna e altre forme d’ansia spesso associate alla ricerca di aiuto per la salute mentale.

Tuttavia, l’idea di affidare completamente l’assistenza mentale a un programma informatico solleva una serie di questioni etiche e pratiche. C’è la preoccupazione per la protezione dei dati personali e per la capacità dell’intelligenza artificiale di comprendere veramente i pazienti e riconoscere eventuali segnali di pericolo. Alcuni ricercatori, come Tania Manríquez Roa dell’Università di Zurigo, affermano che l’intelligenza artificiale generativa mostra un enorme potenziale e può essere utile nella ricerca sulla salute mentale e nell’identificazione precoce dei segnali di ricaduta. Tuttavia, c’è ancora molto scetticismo riguardo al suo ruolo come sostituto della terapia clinica, soprattutto a causa di un sistema di algoritmi che non può basarsi unicamente su regole predefinite.

Attualmente, alcune app dedicate alla salute mentale, basate sull’intelligenza artificiale, come Wysa, Heyy e Woebot, si limitano a sistemi basati su regole predefinite e indirizzano gli utenti a un terapeuta umano quando le domande diventano più complesse, specifiche o intense.

L’utilizzo crescente di software come ChatGPT nel campo della salute mentale ha attirato l’attenzione dei regolatori, portando la Cina e l’Unione Europea a intraprendere i primi passi verso una regolamentazione ben definita. Tuttavia, attualmente non esiste ancora una regolamentazione definitiva e le risposte fornite dalle intelligenze artificiali sono subordinate al giudizio dei loro proprietari.

In conclusione, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe rappresentare una svolta nell’ambito della salute mentale, offrendo un supporto rapido ed economico. Tuttavia, sarà fondamentale discutere i termini etici di tale utilizzo e trovare una regolamentazione che garantisca un utilizzo responsabile di questa tecnologia, sia da parte degli utenti che dei creatori.

ChatGPT: l’IA sempre più usata come psicoterapeuta ma quali sono i pericoli e le potenzialità?

ChatGPT è un chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale di OpenAI che ha dimostrato di essere più di un semplice assistente virtuale. Alcuni utenti lo utilizzano come la propria “terapeuta personale”. In passato, quando si digitava “Ho ansia” su ChatGPT, il chatbot rispondeva in modo umano, abbracciando virtualmente l’utente e fornendo consigli su come gestire i sintomi. Tuttavia, per evitare rischi, OpenAI ha prontamente modificato le risposte per suggerire agli utenti di rivolgersi a un professionista della salute mentale. L’utilizzo dell’IA generativa nel trattamento delle condizioni di salute mentale ha sollevato interrogativi sulla sua efficacia e sulla possibilità di sostituire la terapia clinica tradizionale. Alcune app basate sull’IA, come Wysa, Heyy e Woebot, si limitano a sistemi basati su regole predefinite e indirizzano gli utenti a un terapeuta umano per questioni complesse. La Cina e l’Unione Europea stanno cercando di regolamentare l’uso di questi software nel campo della salute mentale. È necessario discutere gli aspetti etici e trovare una regolamentazione che garantisca un utilizzo responsabile di questa tecnologia.