Uno studio recente ha fornito nuove informazioni sulla natura di Sagittarius A3*, che è un buco nero supermassiccio situato al centro della Via Lattea. Solo un anno fa è stata rilasciata la prima immagine di questo buco nero, noto come Sagittarius A*. Secondo gli astronomi, dopo circa 200 anni di inattività, Sagittarius A* ha appena “svegliato il suo appetito”, emettendo un’intensa radiazione di raggi X.
L’osservatorio spaziale Ixpe, una missione congiunta della NASA e dell’Agenzia Spaziale Italiana lanciata nel 2021, ha osservato questo fenomeno. Durante questa missione è stata fatta una scoperta sorprendente: una luce intensa proveniente dalle nubi molecolari vicine a Sagittarius A*. Da quel momento in poi, gli scienziati hanno continuato ad osservare questo corpo celeste al fine di approfondire i meccanismi che ne determinano l’attività e il suo stato dormiente.
La ricerca su buchi neri è stata fatta a passi lenti dal 2002 a causa delle limitazioni nell’osservazione ravvicinata di questi oggetti nello spazio. I buchi neri sono regioni in cui il campo gravitazionale è così forte da attrarre e catturare tutto ciò che si avvicina ad essi, senza possibilità di fuga. Inoltre, la loro gravità è così elevata che anche la luce viene assorbita e non può sfuggire.
Tuttavia, il telescopio IXPE, progettato dalla NASA ed in grado di misurare la polarizzazione della luce nei raggi X, ha permesso di scoprire qualcosa di incredibile.
La scoperta del buco nero Sagittarius A* risale al 2002, quando i ricercatori si sono concentrati su una stella chiamata S2 che si trova vicino a Sagittarius A*. Successivamente, è stata determinata la massa del buco nero, che è di circa quattro milioni di volte la massa del sole. Ora, grazie al telescopio della NASA, è stato finalmente possibile scoprire qualcosa di più sul passato di questo buco nero. Si è scoperto che non era inattivo come si pensava, ma era attivo circa duecento anni fa, inglobando polveri e gas che hanno ancora effetti visibili oggi.
Queste ricerche sono state pubblicate sulla rivista Nature e hanno rivelato che i raggi X emessi dalle nubi cosmiche attorno al buco nero sono il risultato dell’attività avvenuta circa duecento anni fa. In sostanza, questa scoperta fornisce finalmente una spiegazione per le intense emissioni luminose registrate in passato dagli astronomi.
Buco nero, finalmente la verità: ora lo sappiamo
Un recente studio ha rivelato una nuova scoperta su Sagittarius A3*, un buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Questa scoperta è stata possibile grazie all’osservatorio spaziale Ixpe, una missione congiunta tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana. Durante questa missione è stata osservata una luce intensa proveniente dalle nubi molecolari vicine a Sagittarius A*. Gli scienziati continuano ad osservare il buco nero per comprendere meglio la sua attività e il suo stato dormiente. I buchi neri sono regioni dello spazio con un campo gravitazionale così forte da attrarre ogni cosa nelle vicinanze. Il telescopio IXPE è in grado di misurare con precisione la polarizzazione della luce nei raggi X, il che ha permesso di fare questa incredibile scoperta. Inoltre, è stato scoperto che Sagittarius A* non ha dormito indefinitamente, ma era attivo circa 200 anni fa, inglobando polveri e gas che hanno causato le attuali emissioni di raggi X.