+ Bonus eliminati dal Governo: un duro colpo per il portafoglio di tutti gli italiani | La fine di un’era di vantaggi

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Il Governo Meloni ha recentemente deciso di tagliare diversi bonus che erano destinati alla ripresa economica, alle famiglie e alle fasce più fragili della popolazione. Questi bonus erano stati istituiti durante i governi di Conte e Draghi, ma la riforma fiscale del nuovo governo di centro-destra ha portato a una riduzione o addirittura alla cancellazione di vari incentivi e agevolazioni. Tra i tagli più evidenti c’è il Reddito di Cittadinanza, ma molti altri bonus sono stati eliminati.

Un esempio tangibile di questa politica di tagli è il prezzo del carburante, che è tornato a salire a causa della riduzione delle accise. Il sconto sul carburante voluto dal Governo Draghi è terminato il 31 dicembre scorso, ma il Governo Meloni l’aveva già ridotto da 30,5 a 18,3 centesimi nel dicembre 2022. A partire dal primo gennaio 2023, i prezzi di benzina e gasolio non sono più soggetti a regolamentazione.

Inoltre, sono scomparsi bonus a valore fisso di 200 e 150 euro. Il Governo Meloni ha anche cancellato molti altri incentivi promossi dal Governo Draghi per sostenere la ripresa economica dopo la pandemia e aiutare le famiglie in difficoltà. Tra questi c’è il bonus dedicato ai trasporti, che prevedeva un buono da 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

Il Superbonus, che consentiva una detrazione fiscale fino al 90%, è stato anche ridimensionato con l’introduzione di maggiori vincoli. Sono spariti anche gli aiuti per i mutui e per l’acquisto della prima casa. Nel complesso, nel 2023 molti bonus sono stati cancellati o non sono stati rinnovati, a detrimento di coloro che avrebbero potuto beneficiarne.

Tuttavia, alcuni bonus sono sopravvissuti, come ad esempio quello per i mobili, il bonus per la consulenza psicologica e il bonus sociale per le bollette. Altri bonus sono stati fortemente ridimensionati. Tuttavia, sembra che il Governo Meloni non stia prestando molta attenzione alle esigenze delle persone più povere.

Secondo Bankitalia, ci sono stati anche tagli alle misure di sostegno alle famiglie a basso reddito e alle famiglie più colpite dall’alta inflazione. Anche le famiglie che sono state colpite dalla precarietà lavorativa stanno affrontando difficoltà dopo i cambiamenti nel Reddito di Cittadinanza.

Una delle ragioni di questi tagli è quella di reperire fondi per portare a termine la riforma degli scaglioni dell’IRPEF. Questa riforma fiscale richiede un considerevole investimento finanziario, e per questo molti bonus sono stati già sacrificati per finanziare il piano. Altri bonus saranno cancellati nel 2024.

Secondo i dati, le ultime misure hanno favorito principalmente i lavoratori autonomi. Bankitalia rileva una disparità di trattamento, con un aumento del reddito delle famiglie di lavoratori autonomi pari al doppio rispetto a quelle di lavoratori dipendenti (+1,5% contro +0,8%).

Bonus addio per sempre: il Governo li taglia praticamente tutti | Stangata mai vista

Il Governo Meloni ha tagliato molti bonus dedicati alla ripresa economica, alle famiglie e alle fasce più fragili della popolazione. Questi bonus erano stati introdotti dai Governi precedenti di Conte e Draghi. La riforma fiscale del nuovo esecutivo di Centro-destra ha cancellato o ridotto molti incentivi e agevolazioni. Tra i tagli più significativi c’è la cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Sono spariti anche bonus come quelli per il carburante, per i trasporti e una tantum da 200 e 150 euro. Il Superbonus è stato ridimensionato e ci sono meno aiuti per contenere i mutui e per l’acquisto della prima casa. Alcuni bonus sono sopravvissuti, come quelli per i mobili, per lo psicologo e per le bollette. Bankitalia ha evidenziato che questi tagli colpiscono soprattutto le famiglie con redditi bassi e quelle più colpite dall’inflazione. I tagli sono stati fatti per finanziare la riforma degli scaglioni IRPEF, che richiede molti miliardi di euro. Le ultime misure del Governo hanno favorito i lavoratori autonomi, creando una disparità di trattamento rispetto ai lavoratori dipendenti.