Dopo i due giochi della serie The Surge, che si sono fatti strada tra gli appassionati di soulslike grazie all’ambientazione e ad un sistema di targeting delle parti del corpo dei nemici molto elaborato, Deck 13 ritorna con una nuova IP multipiattaforma chiamata Atlas Fallen. Questo nuovo action RPG prometteva un sistema di combattimento stimolante, una buona dose di esplorazione e un mondo ben realizzato, e non poteva che catturare la nostra attenzione, soprattutto durante un periodo dell’anno in cui non ci sono molte grandi uscite.
La storia di Atlas Fallen è ambientata in un mondo che un tempo era rigoglioso e verde, ma che è stato trasformato in un deserto a causa dello sfruttamento intensivo delle sue risorse, in particolare dell’Essenza, una sostanza vitale che il dio Thelos pretende come tributo dai suoi sudditi. Il protagonista della storia è un Senzanome, una persona costretta ai lavori forzati in un campo di prigionia, che si trova a dover affrontare una serie di avventure. È possibile personalizzare l’aspetto del protagonista tramite un editor all’inizio del gioco.
Un altro elemento centrale della storia è la presenza di un secondo dio, che in passato era dalla parte degli umani ma poi è stato sconfitto ed imprigionato da Thelos. Questo dio dimenticato affida le sue speranze ad un Guanto mistico, un artefatto molto potente che può conferire ad un mortale il potere di sfidare gli dei. Proprio il protagonista viene chiamato ad impersonare questo mortale e a portare avanti la missione del dio dimenticato.
Tuttavia, bisogna sottolineare che la trama di Atlas Fallen non risulta particolarmente interessante. Nonostante alcune idee interessanti riguardo allo sfruttamento delle risorse naturali e alla divisione in caste della popolazione, la storia si basa su situazioni e archetipi molto comuni nel genere fantasy e finisce per risultare poco stimolante. Anche i dialoghi sono monotoni e il doppiaggio lascia a desiderare, con scelte vocali poco convincenti.
Il gameplay di Atlas Fallen, che è uno degli aspetti centrali del gioco, presenta alcune criticità. Il sistema di combattimento, diverso da quello dei giochi precedenti di Deck 13, si concentra sull’Impeto, una valuta che si accumula con ogni colpo andato a segno e che aumenta i danni inflitti e subiti dal personaggio. Questo aggiunge un elemento strategico ai combattimenti, ma spesso ci si ritrova ad affrontare situazioni confuse e la parata e il targeting dei nemici volanti sono particolarmente difficoltosi.
Nonostante i problemi tecnici noti al momento della recensione, come sbilanciamenti nel livello di difficoltà e bug vari, Atlas Fallen offre una buona esperienza di esplorazione e premia i giocatori più abili con il platforming e il tempismo. Tuttavia, i difetti nel sistema di combattimento e la trama poco interessante rendono il gioco meno coinvolgente di quanto prometta.
In conclusione, Atlas Fallen è un action RPG che ha alcune buone idee, ma si perde in difetti tecnici e nella mancanza di un trama avvincente. Nonostante ciò, offre un’esperienza di gioco interessante per gli amanti del genere.
Atlas Fallen | Recensione – Vorrei ma non posso
Deck 13, dopo il successo dei due titoli The Surge, torna con una nuova IP chiamata Atlas Fallen. Il gioco, disponibile su console di attuale generazione e PC, promette un sistema di combattimento stimolante, l’esplorazione di un mondo ben realizzato e un’ambientazione interessante. Tuttavia, la trama del gioco non si dimostra coinvolgente e i dialoghi e il doppiaggio sono deludenti. Il sistema di combattimento, sebbene abbia delle buone idee, presenta alcuni difetti, come la parata che diventa inutile contro nemici multipli e la difficoltà nel targeting dei nemici volanti. Nonostante alcuni problemi tecnici, Atlas Fallen non è un gioco particolarmente problematico. Tuttavia, manca di elementi distintivi che lo rendano unico.