Fra le profondità marine dello Stretto di Fram, situato tra Groenlandia e Svalbard, si cela un enigma che farebbe accapponare la pelle a qualsiasi appassionato di teorie del complotto: il fondale è adornato da misteriosi ottagoni. Inizialmente, gli scienziati erano perplessi, ma grazie ai sottomarini a comando remoto (ROV), l’arcano è stato risolto.
I ROV hanno fatto luce su uno dei biomi meno esplorati del nostro pianeta: le acque profonde della zona batipelagica, che si estende da 1.000 a 4.000 metri di profondità. La presenza dei ROV è indispensabile per la ricerca a causa delle grandi distanze che rendono complessa la presenza umana sul campo.
Ad imprimere questi strani ottagoni sul fondale marino sono i polpi Dumbo, noti per le loro pinne simili a grandi orecchie. Questi polpi si nutrono principalmente di vermi e crostacei e sono costretti a migrare per trovare cibo in abbondanza. Durante questi spostamenti, i molluschi marini lasciano dietro di sé una traccia, creando così i misteriosi ottagoni che incontriamo.
Inoltre, questi pattern ottagonali (ne sono stati contati 106 nell’Artico, con un diametro che varia dai 4 ai 47 centimetri) contribuiscono al trasferimento del carbonio nella colonna d’acqua. Essi rappresentano un esempio di evoluzione convergente nelle profondità marine.
Chi può dire quali altri segreti si nascondono nel bioma artico!
Ora sappiamo perché in fondo al mare ci sono degli ottagoni (non c’entrano gli alieni)
Gli scienziati hanno scoperto dei misteriosi ottagoni sul fondale marino dello Stretto di Fram, tra Groenlandia e Svalbard. Grazie ai sottomarini a comando remoto (ROV), è stato possibile esplorare le acque profonde di questa zona meno conosciuta. Si è scoperto che i responsabili di questi ottagoni sono i polpi Dumbo, che lasciano dietro di sé una scia durante le loro migrazioni alla ricerca di cibo. Questi ottagoni aiutano anche nel trasferimento del carbonio nella colonna d’acqua. È possibile che ci siano altri segreti da scoprire nel bioma artico.