La missione della NASA che si propone di portare sulla Terra campioni di suolo marziano è estremamente ambiziosa, ma i costi elevatissimi pongono seri rischi per le finanze dell’agenzia spaziale.
Sorprendentemente, oggi disponiamo della tecnologia necessaria per inviare veicoli spaziali su Marte, come dimostrato dagli atterraggi del Beagle 2 nel 2003 e dei rover Spirit e Opportunity nello stesso anno. Successivamente, il lander Phoenx e il rover Curiosity hanno esplorato Marte nel 2008 e nel 2011 rispettivamente. Gli atterraggi più recenti includono il lander InSight nel 2018, il cinese Tianwen-1 nel 2021 e la coppia Perseverance-Ingenuity (rover + drone) nello stesso anno.
La NASA non si accontenta più di fotografie e sonde, ma vuole portare sulla Terra campioni di suolo marziano per studiarne la composizione. Tuttavia, l’operazione ha costi astronomici. La missione, chiamata “Mars Sample Return”, inizialmente era stimata costare 4,4 miliardi di dollari, ma ora il costo è raddoppiato e si aggira intorno agli 8-9 miliardi di dollari solo per la fase di progettazione e test.
L’obiettivo di prelevare i campioni di suolo marziano è affidato al rover Perseverance, mentre un nuovo dispositivo chiamato Sample Retriever Lander sarà responsabile del recupero dei campioni da Perseverance. Tuttavia, le tempistiche sono incerte, con l’atterraggio stimato inizialmente per il 2028 e spostato ora almeno al 2030.
Il Sample Retriever Lander raccoglie i campioni e un altro veicolo in fase di progettazione, chiamato Mars Ascent Vehicle, li lancerà nell’orbita marziana. Tuttavia, i campioni dovranno essere raccolti da un “Earth return orbiter” che li riporterà nell’orbita terrestre dopo 5 anni di viaggio. È necessario anche considerare la costruzione di altri due veicoli di supporto nel caso in cui Perseverance abbia problemi.
La decisione se investire in questa missione diventa cruciale per la NASA, poiché impegnerebbe la maggior parte del budget per i prossimi anni. Si stanno valutando due possibili soluzioni: richiedere maggiori finanziamenti al Parlamento o collaborare con aziende private attive nel settore aerospaziale, come SpaceX, Blue Origin, Astrobotic e Intuitive Machines. Questa collaborazione potrebbe portare a nuove conquiste spaziali.
In definitiva, la missione Mars Sample Return potrebbe rappresentare un punto di svolta nella storia dell’esplorazione spaziale, aprendo la strada alla collaborazione pubblico-privato e accelerando i progressi verso nuove conquiste galattiche.
La NASA vuole andare su Marte, il suo portafogli no
La NASA sta pianificando una missione ambiziosa per portare sulla Terra campioni di suolo marziano, ma i costi enormi stanno mettendo a rischio le finanze dell’agenzia spaziale. Nonostante ciò, la tecnologia attuale ci consente di inviare veicoli spaziali su Marte e sono stati effettuati vari atterraggi di lander e rover sul pianeta. La NASA ora desidera andare oltre le fotografie e le sonde e riese a portare campioni di suolo marziano per analizzarne la composizione. Tuttavia, il costo stimato iniziale per l’intera operazione è raddoppiato, raggiungendo i 8-9 miliardi di dollari, senza includere i costi di lancio nello spazio, viaggio interstellare e costruzione del laboratorio di analisi sulla Terra. Inoltre, i tempi di completamento della missione sono incerti e potrebbero richiedere fino al 2030. La missione prevede la raccolta dei campioni da parte del lander Perseverance, che sarà poi passato a un dispositivo chiamato Sample Retriever Lander. Tuttavia, il campione dovrà essere sparato nell’orbita marziana da un razzo chiamato Mars Ascent Vehicle e successivamente riportato sulla Terra da un Earth return orbiter. Questa costosa operazione ha sollevato il dibattito su se valga la pena investire tali somme di denaro, poiché impegnerebbe la maggior parte del budget della NASA per i prossimi anni. Una possibile soluzione potrebbe essere collaborare con aziende private nel settore aerospaziale. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta nella storia delle esplorazioni spaziali, aprendo la strada a una fase di collaborazione pubblico-privato che potrebbe accelerare i progressi galattici.