Il monitoraggio dei asteroidi non è un compito semplice. Per questo motivo, alcuni esperti hanno sviluppato un nuovo algoritmo in grado di individuare gli asteroidi potenzialmente pericolosi. E sembra che abbia già ottenuto risultati.
Attualmente, sono state trovate circa 30.000 oggetti vicini alla Terra, noti come Near Earth Objects (NEO), e tra di essi 2.000 sono rocce di dimensioni considerevoli che rappresentano una minaccia per il nostro pianeta. Tuttavia, gli astronomi ritengono che ce ne siano ancora molte altre da scoprire. Dopo aver segnalato l’avvicinamento di queste ultime tramite l’algoritmo, è evidente l’importanza di continuare la ricerca.
Il nuovo algoritmo, chiamato HelioLinc3D, sembra già essere rinomato, avendo individuato un asteroide già durante il primo test. L’algoritmo è stato testato utilizzando il sistema ATLAS, che ha subito fotografato la roccia spaziale. Tuttavia, è stato in grado di ottenere un’immagine chiara esaminando il cielo per tre notti consecutive.
L’asteroide 2022 SF289 non rappresenta una minaccia per la Terra, poiché si trova a circa 20 milioni di chilometri di distanza da noi, rendendo un’impatto improbabile anche in caso di avvicinamento. Tuttavia, questa scoperta evidenzia le notevoli capacità dell’algoritmo nel trovare oggetti anche poco visibili.
Si tratta di uno strumento che sarà estremamente utile in futuro. E questo è solo l’inizio. Infatti, l’algoritmo del futuro sarà utilizzato presso l’osservatorio Vera C. Rubin, e secondo le previsioni dovrebbe essere operativo in Cile entro il 2025. Pertanto, al momento dobbiamo attendere.
Asteroidi pericolosi addio grazie a un nuovo algoritmo
Gli esperti hanno creato un nuovo algoritmo per cercare asteroidi potenzialmente pericolosi. Fino ad ora, sono stati trovati 2.000 dei 30.000 oggetti vicini alla Terra considerati pericolosi. Gli astronomi ritengono che ce ne siano ancora da scoprire. L’algoritmo, chiamato HelioLinc3D, ha già trovato un asteroide durante il primo test. L’asteroide 2022 SF289 non rappresenta una minaccia per la Terra grazie alla sua distanza di 20 milioni di chilometri. L’algoritmo è in fase di sviluppo e si prevede che entrerà in funzione presso l’osservatorio Vera C. Rubin in Cile entro il 2025.