Anfia corre ai ripari! Le indagini sulle auto elettriche cinesi: troppo tardi?

0

L’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia) ha commentato l’intenzione dell’Unione Europea di avviare un’indagine anti-dumping sulle auto elettriche cinesi. L’industria europea da tempo nutriva dubbi sulle attività della Cina e l’annuncio dell’indagine ha solamente confermato queste preoccupazioni.

Il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, ha espresso apprezzamento per l’avvio dell’indagine, ma è anche preoccupato perché arriva in ritardo e da sola non sarà sufficiente per invertire la situazione dell’Europa.

Secondo Vavassori, il settore automobilistico sta affrontando difficoltà anche perché l’Unione Europea sta cercando di regolamentare la transizione verso una mobilità completamente elettrica senza considerare le implicazioni per l’industria. L’indagine, a suo parere, arriva almeno un anno e mezzo in ritardo e avrebbe dovuto essere effettuata in silenzio. Vavassori ritiene che l’Unione Europea avrebbe già dovuto condividere alcuni risultati sulla questione.

Il presidente di Anfia evidenzia anche l’esistenza di una disparità intollerabile e incomprensibile nei trattamenti tariffari per le automobili che entrano nei diversi Paesi. Ad esempio, un veicolo elettrico cinese che entra in Europa paga una tassa del 10%, mentre una vettura europea che entra in Cina paga tra il 15% e il 25%. Secondo Vavassori, ciò rappresenta un problema di competitività per l’Europa.

Inoltre, Vavassori sottolinea la necessità per l’Unione Europea di affrontare il tema della Carbon Border Tax, ritenendo sbagliato tassare alle frontiere le materie prime necessarie per le industrie europee. Egli ritiene fondamentale esentare anche le batterie, indipendentemente dalla loro impronta di carbonio, da questa tassazione. Infatti, se si desidera costruire veicoli elettrici in Europa utilizzando batterie cinesi, è assurdo essere costretti a sottoporle a una tassazione del 15-20% e poi sperare di essere competitivi sui mercati internazionali.

Riguardo alle diatribe tra Francia e Germania sulla questione cinese, Vavassori afferma che l’indagine avviata dall’UE non rappresenta una vittoria specifica per la Francia. Egli invita a non cadere nella trappola delle divisioni tra i Paesi europei, sottolineando che non si tratta di Francia contro Germania, ma di una sfida comune che richiede unità e collaborazione.

Anfia, bene le indagini sulle auto elettriche cinesi ma arrivano tardi

L’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia) ha commentato l’annuncio dell’Unione Europea di avviare un’indagine anti-dumping sulle auto elettriche cinesi. Il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, ha apprezzato la decisione ma ha espresso preoccupazione perché arriva in ritardo e non sarà sufficiente per migliorare la situazione dell’Europa. Secondo Vavassori, l’Unione Europea si sta concentrando sul percorso verso la mobilità elettrica senza valutare le implicazioni per l’industria automobilistica. Inoltre, il presidente di Anfia ha criticato le differenze tariffarie tra l’Europa e la Cina, affermando che è inaccettabile che un veicolo elettrico cinese paghi una tassa del 10% per entrare in Europa, mentre un veicolo europeo paga tra il 15% e il 25% per entrare in Cina. Vavassori ha sottolineato anche il problema della Carbon Border Tax e ha affermato che sarebbe folle tassare le batterie cinesi importate in Europa, poiché questo danneggerebbe la competitività dell’industria automobilistica europea sui mercati internazionali. Infine, Vavassori ha dichiarato che l’indagine avviata dall’UE non è una vittoria della Francia contro la Germania e ha invitato a evitare di cadere nella polarizzazione.