Una banda di criminali informatici, conosciuta come Lockbit, ha fatto nuovamente parlare di sé con una nuova ondata di attacchi hacker, poco dopo l’operazione della Polizia che aveva cercato di contrastarli. Questi malviventi informatici, nonostante le azioni intraprese contro di loro, sono tornati attivi e hanno colpito diversi obiettivi, in particolare siti web e portali governativi ufficiali, diffondendo malware sfruttando gravi vulnerabilità.
Gli esperti di sicurezza informatica hanno rilevato che la banda Lockbit ha già compiuto una serie di attacchi ransomware contro aziende americane, attraverso la darknet e utilizzando il software Tor. Nonostante la ricostruzione della piattaforma vandalizzata, il metodo e il tipo di minacce sono rimasti gli stessi, dimostrando la persistenza e la pericolosità di questi cybercriminali.
Un portavoce dei criminali informatici ha anche rivelato informazioni sugli interventi delle forze dell’ordine, svelando che l’FBI avrebbe colpito l’infrastruttura della banda dopo un attacco ransomware avvenuto in passato. Questo attacco avrebbe portato al furto di documenti politicamente sensibili, con possibili implicazioni sulle elezioni statunitensi future.
La nuova campagna Lockbit rappresenta quindi una minaccia concreta per la sicurezza informatica, con attacchi mirati e strategie pericolose che mettono a rischio non solo le imprese colpite, ma anche la stabilità politica di un Paese. È necessario adottare misure di sicurezza informatica adeguate per proteggersi da questi attacchi e garantire la sicurezza delle informazioni sensibili.
Una banda di criminali informatici, noti come Lockbit, ha fatto ritorno dopo una recente operazione della polizia, causando una nuova ondata di attacchi hacker. Questa volta il focus è sui siti web e portali governativi, diffondendo malware e sfruttando gravi vulnerabilità. Lockbit è tornato a operare ancora una volta sulla darknet attraverso Tor e ha già rivendicato diversi attacchi ransomware contro aziende americane. Un portavoce della banda ha rivelato retroscena sull’operazione delle forze dell’ordine e sul fallimento critico che ha permesso la confisca dei siti. L’FBI sarebbe intervenuta hackerando l’infrastruttura di Lockbit in seguito a un attacco ransomware, rubando documenti politicamente sensibili. La situazione rimane critica, con possibili conseguenze sulle imminenti elezioni statunitensi.
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